Tavola Rotonda e Canyon della Sfischia nel Parco Nazionale della Maiella Majella

Cosa vuol dire Maiella?

Cosa vuol dire e dove ha avuto origine il temine Maiella


Vi siete sempre chiesti cosa significa Majella, ma cercando sul web non avete mai trovato una spiegazione convincente riguardo l’origine di questo particolare toponimo dell’Abruzzo. Se non lo sapevate la “Majella”; da pochi anni ufficialmente denominata Maiella, a discapito dell’antico nome con la “J”, è’ un massiccio montuoso situato a Sud dell’Abruzzo.

Famoso per essere uno dei luoghi più selvaggi ed inospitali della penisola italiana, la Majella viene raggiunta da monaci ed eremiti nel periodo medievale, al fine di poter trovare rifugio, solitudine ed allontanarsi dalla civiltà, alla ricerca di preghiera e meditazione. La Majella infatti era conosciuta nel Medioevo per essere “La patria di Santi ed Eremiti”.

Sono pronto a scommettere che nessuno di voi assocerebbe questa impervia montagna dell’entroterra abruzzese a ciò che sto per dirvi, può sembrare assurdo, ma sapete che sulla Maiella venne realizzata la prima estrazione di petrolio della storia “1840”; pazzesco non credete? Queste sono conosciute come le “Miniere di Bitume” e precedono di pochi anni il primo vero pozzo petrolifero, creato a Titusville, un piccolo paesino in Pennsylvania nel 1859.


L’Origine del Nome

Diverse sono le teorie etimologiche sul suo nome. Molti sostengono che il nome “Majella” abbia origine divina e prenda il nome dalla Dea Maia. Nella mitologia ellenica la Dea Maie era la madre di Mercurio. La leggenda racconta infatti che Maja si sia recata sul monte alla ricerca di erbe medicinali per salvare il figlio ferito in battaglia.

La Majella, per il suo essere profondamente selvaggia e suggestiva, ha sempre esercitato un fascino avvolgente e mistico per chi fosse desideroso di raccoglimento di preghiera, di solitudine. Uno dei suoi tanti soprannomi è quello di “Montagna Madre”.


 Economia e Transumanza

Per secoli le popolazioni che vivevano all’ombra della Maiella si interessano per sopravvivere alle pratiche della pastorizia, allevamento ed agricoltura, fulcro della vita economica dell’area per migliaia di anni. Le comunità locali si legano da sempre all’aspro territorio della cosiddetta “Montagna Madre” e vivono spesso isolati in rigidi ambienti montani e collinari ai piedi del Massiccio.

Per generazioni la vita delle genti della Maiella si lega inesorabilmente all’antica arte della Transumanza, praticata sin dal periodo preromano fino ai giorni nostri nell’ 800/900, periodo in cui si assiste alla scomparsa dell’antica usanza abruzzese. La “Transumanza” consiste nella migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane verso quelli delle pianure (nella stagione invernale) o viceversa (nella stagione estiva) percorrendo delle vie di comunicazione chiamate “Tratturi” e oggi ancora presenti sul territorio. Nello specifico gli antichi pastori della Maiella si spostavano fin nel Tavoliere delle Puglie.

Una curiosità: Ad oggi il cognome “Palena”, molto usato in Abruzzo e riconducibile alla provenienza della stesse famiglie dall’antico borgo della Valle dell’Aventino, lo ritroviamo oggi tre le famiglie del Tavoliere; a testimonianza del segno lasciato dallo spostamento degli abruzzesi in Puglia e in particolare dall’antica arte della Transumanza.


Gli antichi abitanti della Maiella

Gli antichi abitanti della Maiella erano le popolazioni Italiche e Sannitiche da “Samnium” un’antico territorio che oggi comprende parte delle odierne regioni dell’ Abruzzo, Marche, Umbria, Campania e Puglia. La Majella era lo spartiacque che segnava il confine tra le popolazioni dei Peligni ad Ovest e quelle dei Carricini/Sanniti ad Est, ma anche dei Marruccini a Nord. Queste comunità vivevano in piccoli villaggi su delle inaccessibili alture e cinti da possenti mura poligonali definite “Ciclopiche” per la loro grandezza e imponenza. Questi piccoli villaggi facevano capo ad un “Pagus”; ovvero l’unità amministrativa del territorio e considerato come una sorta di moderna Provincia. Dopo diversi scontri con la Repubblica Romana perdono la loro indipendenza e vengono assimilate lentamente alle genti latine, prendendone usi e costumi.


La Maiella Oggi 

Il Massiccio della Maiella in tempi moderni è divenuto un’area naturale tutelata da leggi nazionali. Nel 1991 nasce il Parco Nazionale della Majella, con un estensione di 74.000 ettari e confinante nei territori di ben tre province: quella dell’Aquila, Chieti e Pescara. Sempre più amata dagli escursionisti per i suoi dislivelli elevati e i molti “Over 2000” presenti sul Massiccio, la Maiella sta divenendo una delle mete turistiche più conosciute d’Italia e famosissima anche a livello europeo.


La perdita della “J”

Da Majella a Maiella, scopriamo il perché..

Maiella è l’oronimo più antico, attestato già nel 1268, ma anche il più corretto dal punto di vista legale, storico, geografico e linguistico. A queste conclusioni è giunto il gruppo di studiosi che ha inoltrato un’istanza all’ente Parco nazionale della Maiella e al Ministero dell’Ambiente per chiedere il ripristino, in tutti gli usi correnti, della corretta denominazione ufficiale “Parco Nazionale della Maiella”, in vece delle improprie versioni con la semiconsonante “j” (Majella).

A sostegno delle loro tesi, gli studiosi hanno innanzitutto rimarcato che nella legge istitutiva del Parco (la n. 394 del 6 dicembre 1991) e in tutti gli altri atti ufficiali, precedenti e successivi alla nascita dell’area protetta, compare sempre e soltanto l’oronimo Maiella, mentre non esiste alcun deliberato sull’erronea denominazione Majella, il cui uso ha preso a diffondersi tra il 1998 e il 1999, contestualmente all’adozione del logo.

Dunque, la grafia con la j (Majella) si è affermata in tempi recenti, forse per maldestro desiderio di “impreziosire” l’oronimo con una delle antiche grafie (Majella, Magella), per altro già abbandonate nella cartografia dal secolo XVI in poi. In sostanza, questa pretesa antichizzazione (Majella) appare incongrua, come lo sarebbe la riesumazione di forme come Peschio Costanzo, Barreja o Solmona per Pescocostanzo, Barrea e Sulmona. Non a caso, nelle mappe e nelle carte geografiche dell’Istituto geografico militare (ente cartografico dello Stato), della Società Geografica Italiana e del Touring Club si legge sempre e solo Maiella, lo stesso che si rinviene in enciclopedie accreditate (in primis la Treccani), nel Dizionario di ortografia e pronuncia (ed. Rai 1969), nel Dizionario di Toponomastica Italiana (Utet, 1990), nel trattato di Toponomastica Abruzzese e Molisana

Sotto il profilo linguistico, illuminante è il parere del professor Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della  Crusca, il quale ha precisato che «nel nome Maiella, la “i” tra le due vocali è una semiconsonante. Nelle scritture antiche questo suono a volte veniva rappresentato con la “j”, ma poi quest’uso è scomparso, come testimoniano molte parole (guaio, gennaio, aiuola) e toponimi. L’italiano non ne fa più uso nelle parole italiane».

Dopo più di vent’anni di tirannia ortografica dell’oronimo Majella, il 29 ottobre 2020 il Consiglio direttivo del Parco nazionale della Maiella ha accolto l’istanza con voto unanime, incaricando il direttore dell’ente di stilare un programma teso al ripristino graduale della denominazione originaria Parco nazionale della Maiella in tutto il materiale istituzionale. 

In ambito letterario, si segnalano alcuni degli scrittori che hanno celebrato la montagna sacra col suo nome, Maiella: Croce, Capograssi, De Nino, de Lollis, Silone, Pascal d’Angelo, Piovene, Manganelli e d’Annunzio, che alla mitica Maia ha dedicato il primo dei quattro libri delle Laudi.

Che dire, infine, della confusione che il dualismo Maiella/Majella sta generando nella comunicazione internazionale e nelle strategie di marketing? Espulsa dal nostro alfabeto, la “J” è viva in altre lingue, con varietà fonetiche lontane dalla pronuncia italiana: per i due miliardi di anglofoni ha lo stesso suono della nostra “g dolce” (jolly), cioè Magella; per i francofoni e i cinesi ha un suono molto vicino a sc(i) dolce (es. joli), da cui Mascella; da ultimi, i popoli di lingua spagnola la pronunciano come un K spirante, lo stesso di Josè, ovvero Makella.

La perdita della “J” Cit. Da:                                                                                                          Samuele Santilli. @maiellaescursioni

«Perché Maiella e non Majella»

Fabio Valerio Maiorano                                                                                                                                        
Deputato di Storia Patria

  


La natura selvaggia della Maiella Orientale diventa finalmente accessibile a tutti.
Con @maiellaescursioni potrai scoprire i luoghi più belli del Maiella Geopark.
(Geoparco Unesco dal 2021)
#maiellaescursioni
Queste sono solo alcune delle nostre escursioni, che potrai trovare sul nostro sito: www.maiellaescursioni.it
Maiella Escursioni si trova in Abruzzo nel Parco Nazionale della Maiella, realizza trekking, escursioni e visite guidate in tutto il territorio della Maiella Orientale e non solo!
Puoi prenotare comodamente da WhatsApp al: +39 376 159 4011   CONTATTACI ORA